Tutti (o quasi!) sanno che la Svizzera è il paradiso dei diritti popolari. Ogni idea che trova il sostegno di almeno 100’000 persone (firme) viene messa al voto popolare. Ogni proposta di legge a cui almeno 50’000 elettori ed elettrici si oppongono, viene messa al voto (referendum). Ogni volta che il Governo e il Parlamento vogliono cambiare qualche cosa nella Costituzione, si è chiamati alle urne.
Pensate un po'; dal 1848, cioè dalla nascita della Confederazione ad oggi, gli aventi diritto di voto in Svizzera hanno preso parte a oltre 600 decisioni. Tra queste ve ne sono state di assai singolari nel corso dei decenni.
Ve ne proponiamo un paio, elencate in ordine di data.
Monopolio dei fiammiferi (1895)
Questa proposta di affidare allo Stato il monopolio della produzione dei fiammiferi risale esattamente a 130 anni fa. Il motivo per il quale il Governo federale voleva un monopolio statale era serio a quei tempi: il fosforo bianco utilizzato nella produzione dei fiammiferi non solo era altamente infiammabile, ma causava anche una malattia mortale tra i lavoratori e le lavoratrici. L’innocuo fosforo rosso invece, benchè fosse già stato scoperto, veniva utilizzato meno in quanto più costoso.
Dopo un divieto iniziale, ci fu un aumento del contrabbando di fiammiferi. Il monopolio che lo Stato voleva imporre sarebbe stato un approccio alternativo al problema. Nonostante ci furono delle alleanze trasversali tra liberali radicali, democratici e i socialisti, favorevoli all'iniziativa, nel settembre del 1895 oltre il 56% dell’elettorato svizzero la respinse.
Iniziativa per vietare l’assenzio (1908)
Un “panico morale” agli inizi del XX secolo portò la gioventù svizzera a credere che l’assenzio fosse qualche cosa di paragonabile alla cocaina o addirittura all’LSD! Oggigiorno questo distillato, dall'alta gradazione alcolica, è legale in Svizzera dal 2005.
Un po’ di storia. Dopo che un giovane aveva ucciso moglie e figli sotto l’effetto dell’alcol dell’assenzio, nel 1905 ci furono i primi divieti e petizioni in diversi Cantoni. Questa dinamica trovò il favore di organizzazioni che si battevano contro l’alcolismo e persino per l’astinenza. Tra i favorevoli vi era anche una lobby del vino e della birra la quale trovava una spina nel fianco il fatto che l’assenzio fosse meno caro delle loro bevande. A livello politico, erano i socialisti e i conservatori cattolici ad appoggiare l’iniziativa. La disputa sulla bevanda della Val de Travers si scatenò soprattutto nella Svizzera francese.
Un fatto molto curioso: in proporzione furono molti di più gli abitanti della Svizzera tedesca a voler togliere l’alcol agli abitanti della Svizzera francese. Nel Canton Nidvaldo e nei Grigioni ad esempio, oltre l’80% votò a favore del divieto. Gli aventi diritto di allora (che ricordiamo erano solo gli uomini), con oltre il 63% sostenne la proposta di vietare questo super alcolico.
Iniziativa “Per 12 domeniche all’anno senza veicoli a motore e aerei” (1978)
Qualcuno di voi si ricorderà certamente delle immagini (come quella qui sotto) delle autostrade svizzere nel 1973 completamente libere da automobili e camion.

Durante la crisi petrolifera del 1973, erano state decretate tre domeniche senz’auto (foto: Keystone / Str)
Durante la crisi petrolifera di quegli anni, le domeniche senz’auto erano infatti un tentativo di risparmio delle risorse energetiche. C’è chi voleva persino che ogni seconda domenica del mese non solo le auto, ma tutto il traffico motorizzato “su terra, su acqua e nell’aria” non potesse circolare. Un gruppo di studenti voleva infatti che questa diventasse la nuova normalità in Svizzera.
Pensate un po': visto che la modifica costituzionale proposta includeva “tutti i veicoli con motore ausiliario”, oggi sarebbero persino vietate alla circolazione le biciclette elettriche! Inoltre è probabile che se l’iniziativa fosse stata accettata (fu invece respinta con il 63% dei voti), oggi troveremmo nelle librerie dei libri intitolati “Tour in bicicletta sulla corsia di sorpasso dell'autostrada”, o magari “Le dodici escursioni più belle sull’autostrada”.
Ma non è stato così. Solo i piccoli partiti sia di destra, che di sinistra che del centro avevano sostenuto l’iniziativa.
Nuova legge sul diritto matrimoniale (1985)
Prima del 1985, quindi “solo” 40 anni fa, il marito era l’unico a decidere all’interno della coppia. Poteva disdire il contratto di affitto e vendere la casa senza che la moglie potesse proferire parola. Il marito avrebbe potuto persino proibire alla moglie di lavorare. Inimmaginabile oggigiorno. Attraverso il nuovo diritto matrimoniale, il Governo e il Parlamento volevano cambiare questa situazione troppo “patriarcale”. La legge fu sottoposta a votazione popolare perché un comitato conservatore aveva lanciato, con successo, un referendum.
Il 54% delle persone che si recarono alle urne nel settembre del 1985 accolse la nuova legge sul matrimonio e sull’eredità. Da notare che se avessero votato solo gli uomini (il diritto di voto alle donne a livello federale è entrato in vigore in Svizzera nel 1971), il vecchio diritto matrimoniale sarebbe rimasto in vigore. Ma sappiamo che con i “se e con i ma” non si va da nessuna parte!
Tra l’altro, lo sapevate che ancora nel 1990 il Cantone di Appenzello Interno disse no al suffragio femminile? È solo dal 28 aprile di quell’anno che esse hanno il diritto di voto.
Iniziativa "Per vacche con le corna" (2018)
In molti considerano questa iniziativa come la più bizzarra mai proposta. Qualcuno di voi si ricorderà certamente come il contadino di montagna Armin Capaul nella sua stalla, sulle note di Jimi Hendrix e davanti ai media internazionali, seppe conquistare il cuore del pubblico svizzero. Il semplice e schietto contadino di Perrefitte, un paesino di montagna del Giura francofono (lui è un grigionese trasferitosi lì da giovane), aveva saputo sensibilizzare moltissime persone sul fatto che la decornazione è alquanto dolorosa per gli animali e che le corna sono importanti per le mucche.

Armin Capaul (foto: Philipp Zinniker)
Quando Armin Capaul ottenne il diploma di agricoltore nel 1976, la decornazione non faceva parte dei programmi di studio. È stato solo attorno al 1980 che egli vide per la prima volta una mandria di bestiame senza corna. E l’aspetto di quegli animali non gli piacque affatto. «Avevano la bava alla bocca e sudavano!»”, raccontò ricordando come le mucche faticavano mentre salivano al pascolo estivo.
Oggi sappiamo come la cauterizzazione delle corna nei bovini è prassi corrente. La maggior parte degli allevatori cauterizza l’abbozzo corneale dei giovani animali in modo che le loro corna non crescano. Un motivo è quello di prevenire il rischio di ferimento, sia tra animali che con le persone. L’altro è per guadagnare spazio nella stalla. E che ne è del benessere degli animali?
A riguardo di questa votazione sono stati scritti molti articoli, che li potete trovare facilmente navigando in internet. I media di allora ne avevano parlato in lungo e in largo. Il Partito socialista, i Verdi, il Partito verde liberale e il Partito evangelico svizzero erano a favore dell’iniziativa così come molte organizzazioni per la protezione degli animali e della natura.
Resta il fatto che questo semplice contadino, praticamente da solo, aveva saputo raccogliere in tutta la Svizzera più di 120'000 firme (come sappiamo ne occorrono 100'000 per un’iniziativa) e chiamare alle urne il popolo. Votazione che perse, certo, ma non per molto. Infatti “solo” il 54% del popolo si era opposto.
Una curiosità: benché vi siano oggigiorno poche mucche ancora con le corna, come mai in molti cartelloni pubblicitari e turistici, oppure sulle confezioni di latte, degli yogurt, esse hanno tutte le corna! Le stranezze della vita (e del commercio).
NdR: il presente testo è stato redatto sulla base di diversi articoli pubblicati nel portale d'informazione Swissinfo.